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Attualità culturali, storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari

Free Magazine diretto da Tonio Sereno – toniosereno@gmail.com


Tutte le gradite e amichevoli collaborazioni sono da intendersi a titolo gratuito
Anno I – 28 Maggio 2021
http://ildialettodifoggia.altervista.org/cultura-società-magazine.html

Immagine (particolare) di Moreno De Lauri – Instagram @morenoesanta

In questo numero:
1) La Filiera Culturale di Foggia – La parola agli operatori: Diego Pecorella, Shangrillà
2) Parcocittà News: Rita Daniela Marasco presenta “Tundra”
3) Fabrizio Sereno – Il bello di Foggia: I tratturi e la frontiera del turismo lento
4) Scene di una strage : Su YouTube la nuova versione del docu-film di Lucio dell’Accio
5) Tonio Sereno – Date da ricordare: ScenAperta - 28 maggio 1943
6) Associazione “I fiori blu” - Venerdì 28 maggio con Dandini, De Lillo e Fortunato
7) Un ospedale per la vita – Raccolta fondi: L’estrazione a Roma il 29 maggio
8) R.Brescia e R. de Seneen – FoggiaRacconta: ‘Da Piazza Lanza a Piazza Giordano
9) Carmine De Leo – Leggende foggiane: Il bottone d’oro
10) Antonio Lepore – Versi d’autore: A Umbèrte Giurdane
11) Potito Chiummarulo / Pino Campagna – Identità: Photo Gallery / Paese mije
12) Tonio Sereno – Fotografando la Daunia – Foggia: Piazza U. Giordano (Fedora)
N. 29 del 28-05-2021 ②
────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

La parola agli operatori


Martedì 18 maggio, gli
operatori della Filiera
Culturale di Foggia si sono
ritrovati in Via Gramsci,
proprio di fronte alla sede
degli Uffici dell’Assessorato
alla Cultura del Comune di
Foggia, per sensibilizzare la
città sulle precarie condizioni
in cui versa tutto il comparto
a causa delle restrizioni imposte dal governo per contrastare la diffusione del
Covid-19. Molti degli operatori presenti hanno spiegato i motivi della protesta.
l nostro Magazine vuole dare voce a ciascuno di loro partendo dalla
professione che svolgono.
Sarto e sartoria di scena: “È un artigiano professionista che si occupa di
disegnare e realizzare i costumi di scena. Durante i tour si occupa anche di
preservarne l’integrità, di effettuare riparazioni, di lavare e stirare, nonché di
dividere e preparare i vari costumi suddividendoli per interpreti e momenti in
cui devono essere indossati.”
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Diego Pecorella: “Sono il titolare della Sartoria Shangrillà. Sono qui oggi per
dare voce alla mia categoria che da quindici mesi è stata dimenticata.
Dimenticata perché purtroppo non riusciamo ad avere ristori e quindi di
conseguenza senza questo aiuto concreto probabilmente non avremo più
modo di esistere come attività. Questo mi rammarica tantissimo perché la
Sartoria Shangrillà a Foggia è viva da trent’anni e purtroppo questa
pandemia, ahimè, la sta portando via. Di conseguenza oggi sono qui per far sì
che le tante altre realtà come la mia che operano sul territorio riescano a
convincere gli amministratori del Comune di Foggia a farsi promotori di
iniziative che aiutino a risolvere il dramma che stiamo vivendo. Perché è
davvero un dramma in quanto 15 mesi sono diventati troppo e il danno è fatto
ed è irreparabile. ”
https://www.youtube.com/watch?v=5jecZqNa3Bc
N. 29 del 28-05-2021 ③
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“Sei nelle mie piccole mani, tra le dita


tremanti, minuta e preziosa come una
gemma..
Sei qui, finalmente vicina al mio cuore,
creatura viva e vitale, zampillo sgorgato
dalla mia anima in perenne tempesta...
Non c'è più il rimpianto che ha ispirato i
miei versi, non c'è più il dolore della
delusione, né la galvanica felicità d'un
nuovo amore insperato: resti tu, piccola
TUNDRA, miracolo di amara bellezza,
magnifica come la vita, tenera come il
mio cuore...”
(Daniela Marasco)

Sabato 5 giugno, ore 19,00


Parcocittà, Via Rovelli, 7 - Foggia
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N. 29 del 28-05-2021 ④
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I tratturi, le antiche vie della transumanza


e la frontiera del turismo lento

Foto di Potito Chiummarulo - Fabrizio Sereno e Michele Pesante


La puntata di oggi affonda ancora una volta il nostro racconto nel patrimonio
culturale di Foggia e dei suoi dintorni, ma ha un valore doppio e molto
particolare, perché tratteremo di elementi e processi storici che vedono nella
nostra città la capitale indiscussa, il plurisecolare punto di riferimento
geografico, economico e amministrativo. Una puntata ancora più bella
perché, diversamente dalle precedenti, immersa in gran parte nella
magnificenza della natura dei paesaggi unici al mondo del nostro territorio.
Oggi cammineremo - seguendo le antiche mappe e accompagnati dal nostro
esperto di puntata, Michele Pesante - alla scoperta dei tratturi, sulle rotte non
solo storiche, ma anche contemporanee, della transumanza. Sentieri che
testimoniano l’esistenza di una civiltà, quella rurale, oggi quasi del tutto
scomparsa ma che possono rappresentare il futuro e l’economia di un
territorio, che, però, evidentemente, come vedremo, ancora non riesce a
coglierne le grandi opportunità in termini di una nuova filiera turistica
economica e culturale. Strade che si intrecciano con i cammini dei popoli e
con alcuni dei più importanti sistemi viari tracciati dagli uomini, dai loro santi
e dalle loro guerre nel corso dei secoli.
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Foto di Potito Chiummarulo – Michele Pesante e Fabrizio Sereno

E dai pastori, da sempre alle prese con un’attività che risale alla notte dei
tempi: il grande viaggio con enormi moli di armenti inseguendo i ritmi delle
stagioni.
Questo racconto si snoderà verso Manfredonia e San Giovanni Rotondo
attraverso il tracciato Foggia-Campolato e toccherà diverse tappe come le
antiche locazioni del Candelaro e delle Cave (nei pressi di Masseria Signoritto e
della fattoria di Michele Turco), attraverso i possedimenti di un antica e ricca
famiglia dell’aristocrazia foggiana dell’epoca, gli Angeloni, commercianti di
lana. Un racconto che non può, però, non iniziare da Foggia e da uno dei suoi
monumenti più belli e rappresentativi, l’Epitaffio, per poi percorrere le tracce
di un sogno che alberga su questi sentieri: quello di Michele Pesante (che oltre
ad essere dirigente in pensione dell’Ufficio regionale Tratturi, è anche un
appassionato camminatore e come lui stesso si definisce “apprendista
pastore”), e cioè “unire” i Monti Dauni al Gargano passando per Foggia. Un
progetto presentato con successo alla Bit di Milano che potrebbe ridare al
capoluogo dauno la centralità che merita, proprio attraverso un tracciato che
rilanci l’economia sul nostro territorio e regali esperienze uniche a contatto con
la natura attraverso il turismo lento e tanto di moda negli ultimi anni.

Fabrizio Sereno
⑥ N. 29 del 28-05-2021
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La strage di Brescia del 1974

Oggi, 28 maggio, alle ore 10.12, a 47 anni


dall’attentato dinamitardo, verrà trasmessa su
YuoTube, per la prima volta, la versione
aggiornata del film documentario del regista
Lucio dell’Accio sulla strage del 1974 a Brescia in
Piazza della Loggia, che provocò la morte di 8
persone, e fra queste il giovane professore
foggiano Luigi Pinto. Nell’attentato rimasero
anche ferite ben 102 persone presenti alla
manifestazione indetta unitariamente contro il
terrorismo dai sindacati CGIL CISL e UIL.
https://www.youtube.com/watch?v=ZqQqPRIHFHQ

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https://www.youtube.com/watch?v=MSFNY74nmk4
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Per noi di “ScenAperta” il 28 maggio del


1943 è indissolubilmente legato al
fortunato spettacolo “Coriandoli” scritto
e interpretato da Luigi Schiavone per la
regia di chi vi scrive.
Una performance, costruita con la tecnica
del teatro di narrazione, che ha debuttato
nel 2013, in occasione del settantesimo
anniversario dai bombardamenti anglo-
americani che colpirono duramente la
città di Foggia, da maggio a settembre
1943 nel corso della seconda guerra
mondiale.
“Coriandoli” (così i bambini foggiani pare
chiamassero le bombe sganciate dagli
aerei inglesi e americani), è un com-
movente monologo in dialetto foggiano in
cui un anziano contadino, racconta gli an-
ni della guerra, le paure, la distruzione, la fame, lo sciacallaggio, lo sfol-
lamento, i sogni e la voglia di tornare a vivere di una popolazione, quella
foggiana, che si trovò, quasi inconsapevolmente, ad affrontare l'estate più
tragica della propria storia.
Molte le repliche di “Coriandoli” portato nelle scuole, nei teatri e nei luoghi
di cultura foggiani e della provincia, spesso in abbinamento con le
performance “Air-raid shelter” ambientata in un rifugio antiaereo l’ultimo
giorno dei bombardamenti sulla città di Foggia, il 18 settembre del ’43, la
performance multimediale “Foggia sotto un cielo di fuoco” e “Simme jute e
simme venute” un divertente sketch ambientato a Foggia negli anni della
occupazione alleata.
Le performance hanno visto la partecipazione di attrici e attori di ScenAperta
che qui voglio ringraziare per aver creduto in quel progetto teatrale piuttosto
innovativo e citare, sperando di non dimenticare nessuno: Luigi Schiavone,
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Piero Cammuso, Pina Sfortunio,


Mimmo Metta, Annarita Tancredi,
Grazia Spinelli, Cinzia Spinelli, Rita
de Gregorio, Elisa Russo, Grazia
Mastromarino, Luigi Schiavone jr.,
Vito Schiavone, Pino Parisano,
Patrizia De Santis, Marina Lanzillo e
Gabriella Spina.
Questa la recensione del giornalista
Loris Castriota Skanderbegh pubbli-
cata su facebook il 27 settembre
2015, dopo aver assistito allo spet-
tacolo del 26 settembre all’Au-
dittorium Santa Chiara di Foggia da
lui stesso introdotto:
“Uscendo dal ruolo affidatomi ieri
sera, per qualche minuto, lasciatemi
fare il recensore dello spettacolo.
Testi molto ben scritti.
Nessun cedimento alla tentazione della retorica o della partecipazione alle
polemiche che caratterizzano da sempre gli studi su questo periodo tragico
della storia foggiana. Un commovente viaggio conoscitivo nella realtà di quei
giorni vista con gli occhi di chi la visse: non una cronaca o un diario, ma
racconti e dialoghi ispirati a fatti veri e ad episodi comunque verosimili.
Bravissime le attrici (Rita De Gregorio, Grazia Mastromarino, Elisa Russo,
Cinzia e Grazia Spinelli), bravissimi i due giovani attori Luigi e Vito Schiavone,
superlativa interpretazione di Luigi Schiavone nel monologo "Coriandoli".
Efficace e convincente la regia di Tonio Sereno. Uno spettacolo che deve
essere visto dai foggiani che hanno vissuto o hanno sentito raccontare dai
genitori e dai nonni dei giorni della guerra, ma anche e soprattutto da quelli
che non hanno avuto occasione di conoscere le atrocità vissute dai loro
parenti. Dobbiamo conoscere a fondo la storia della nostra terra, sapere da
dove veniamo per capire bene la direzione da prendere e il modo più saggio
di costruire il nostro futuro.”
Di seguito alcuni dei link per rivedere le performance di ScenAperta sul ‘43.
https://www.youtube.com/watch?v=xL6yoWdf8As&t=23
https://www.youtube.com/watch?v=m6bDf1KsFdc&t=4s
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Dandini , De Lillo e Fortunato a “I fiori blu”

È previsto per oggi venerdì 28


maggio alle ore 18,00 il quinto
appuntamento con gli autori par-
tecipanti alla seconda edizione del
premio letterario “I fiori blu”.
Gli autori in gara:
1) Serena Dandini con “"La vasca
del Führer" (Einaudi) “Modella,
fotografa, reporter di guerra,
viaggiatrice appassionata, Lee
Miller è stata una donna libera ed
emancipata in un tempo in cui
esserlo era pressoché impossibile.
I suoi piú cari amici erano Max
Ernst, Jean Cocteau e Pablo Picas-
so, che l'ha dipinta.
2) Claudia De Lillo con "Ricatti" (Mondadori). “Nina Forte ha trentacinque
anni, un olfatto portentoso e un lavoro da autista privata. Il quadro si fa tondo
se ci si mettono qualche frustrazione professionale, un figlio adolescente che
non le dà tregua, un ex compagno intrusivo e un padre affetto da demenza
senile. Proprio quando questa scacchiera governata con fatica sembra
ricomporsi, si fa avanti Tony Colombo, cliente occasionale, colto e affascinante
private banker che le propone di essere la sua driver a tempo pieno”.
3) Mario Fortunato con "Sud“ (Bompiani). “Le famiglie felici non sono
interessanti; quelle complicate sì. Valentino lascia la Calabria da ragazzo, negli
anni settanta del Novecento, ma la maturità lo costringe a voltarsi indietro per
misurarsi con la memoria e le memorie del mondo in cui è cresciuto. E quando
torna a guardare e ascoltare scopre che se le persone non ci sono più, le loro
vite sono lì, e chiedono di essere raccontate. ”
L‘evento si svolgerà in diretta sulla pagina facebook “I fiori blu – Premio” e in
streaming da Teleblu, media partner del premio.
https://www.facebook.com/premioifioriblu
www.premioifioriblu.com
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Raccolta Fondi per la costruzione di un Presidio Ospedaliero


nel Villaggio Thakkellapadu

Sabato 29 Maggio 2021, a Roma, nell’anfiteatro


all’aperto “San Giustino Martire”, in via Alessandrino
144 alla presenza di un legale si terrà l’estrazione dei
premi riservati ai partecipanti alla Lotteria nazionale
partita a gennaio di quest’anno per raccogliere fondi
per la costruzione di un Presidio Ospedaliero nel Vil-
laggio Thakkellapadu in India.
La raccolta fondi è stata promossa dall’Associazione
Naschira, diretta dall’attrice foggiana Virginia Barrett,
partner di Barrett International Group operante a li-
vello Nazionale ed Internazionale dal 2007, in
collaborazione con il LIONS CLUB “I Medicei” di Pog-
gio a Caiano Carmignano (Prato) e la P.P.R.S. (Prakash Virginia Barrett
Panchayat Research Society) fondata da Don Prakash Marlapati, attualmente
Vice Parroco e Guida Spirituale del Gruppo di Preghiera di Padre Pio nella
Parrocchia di “S. Giustino Martire” in Roma.
La P.P.R.S. collabora strettamente con la Diocesi di Vijayawada in India per vari
progetti educativi e sociali, una sorta di ponte tra varie organizzazioni
internazionali per portare servizi nel remoto villaggio situato a Sud Est
dell’India.
Il Presidio Ospedaliero di primo Soccorso, dedicato a Padre Pio da Pietrelcina
e Madre Teresa di Calcutta, sarà edificato sul terreno messo a disposizione da
Don Prakash Marlapati.
Una dedica speciale all’interno della struttura sarà rivolta al Dott. Cesare
Santi, volontario a Calcutta, prematuramente scomparso nel 2017, purtroppo
prima di veder realizzato il suo sogno di costruire un ospedale materno
infantile in India.
L’obiettivo comune alle varie organizzazioni coinvolte e gemellate sotto la
sigla “INDOITALY” ( Associazione Naschira, Barrett International Group, Lions
Club, Rotary Club, Diocesi di Vijayawada) è quello di trasformare Thakkella-
padu in un villaggio modello per quelli limitrofi, dotato di:
• Un Presidio Ospedaliero di Primo Soccorso
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• Una Scuola di Formazione


per infermieri e medici
• Una Scuola di Musica per
bambini ed adolescenti
• Un Impianto di acqua
potabile in Kolleru, fonte di
approvvigionamento in loco
attualmente assente
• Centri di eccellenza per studi
legali, di arte e cultura
• Un giardino ecologico e un
parco Naturale ispirati
all’Enciclica “Laudato si’”
di Papa Francesco
• Un Santuario dedicato alla
Madonna e luogo di preghiera
interreligioso
• Una Biblioteca ( già operante
in low profile)
• Un Oratorio ( già operante in
low profile)
• Una Scuola di Sartoria ( già
operante in low profile)
Saranno, inoltre, promossi progetti di : “Salute, nutrizione e sistema idrico”
(acqua, sanificazione e igiene); “Borse di Studio” per varie professioni;
“Editoria” con il lancio di una Rivista mensile già esistente in low profile.
Il progetto sarà illustrato attraverso la proiezione di immagini e video, con
collegamenti in diretta dall’India.
Numerosi Artisti interverranno a sostegno dell’iniziativa con esibizioni vocali,
musicali e letture di Versi di Poeti Indiani e Italiani, Poesie di Madre Teresa di
Calcutta, brani tratti dalla Vita di S. Giustino Martire e dall’Epistolario II di
Padre Pio.
La Raccolta Fondi proseguirà negli anni futuri, fino a completamento delle
strutture e dei progetti programmati, per trasformare Thakkellapadu in un
vero e proprio riferimento per gli abitanti del territorio.
www.barrettinternationalgroup.com
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Un buon collezionista di cartoline ci


potrebbe mostrare com'è cambiata
quella piazza nel corso dei tempi.
Tutto è cambiato tranne lo sfondo
sempre uguale: la chiesa di Gesù e
Maria eretta nel 1510 e dichiarata
reale da Filippo di Borbone; distrutta
dal terremoto del 1731 e riedificata
sette anni dopo con la facciata in stile barocco. Il primo monumento eretto al
centro della stessa fu quello dedicato a Vincenzo Lanza nel 1867 opera dello
scultore Cav. Beniamino Cali. Rimosso questo nel 1928 e trasferito nella villa
comunale, nel 1928 fu sostituito dal Monumento ai Caduti, dello scultore
Comm. Amleto Cataldi. L'inaugurazione di quest'ultimo avvenne con solenne
cerimonia il 4 giugno 1928 alla presenza di S.M. Vitto Emanuele III, re d'Italia.
Ma a distanza di un trentennio circa e più precisamente nel 1959 venne
anch'esso trasferito al Piazzale Italia, e vediamo il perché.
Nel 1955 a Foggia, su iniziativa del sindaco avv. Giuseppe Pepe, venne
costituito un comitato cittadino con lo scopo di tributare il grande maestro
Umberto Giordano con la realizzazione di un monumento. A tale proposito
venne istituito un concorso nazionale di idee che si concluse nell'aprile del
1956 con la vittoria del primo premio da parte del giovane scultore veneziano
Vio Romano (Venezia 11.02.1913 - Lido di Venezia 23.08.1984). La
premiazione per il miglior bozzetto fu fatta il 10 maggio 1956, presso il
palazzo di città, alla presenza della sign.ra Sara De Cristofaro vedova del
grande maestro. Solo il 25 gennaio del 1958 l'avv. G. Pepe, nella veste di
Presidente del comitato, venne autorizzato alla stipula del contratto con
l'artista vincitore per la realizzazione del monumento.
Il comitato si fece promotore di diverse iniziative per la raccolta dei fondi
necessari e lo stesso scultore con grande senso di sensibilità e venendo
incontro alle esigenze del comitato, praticò una riduzione del costo di un mi-
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milione sulle ultime tre opere consegna-


te. Tra le donazioni fatte da privati
cittadini, una in particolare viene
ricordata da una dedica incisa sul retro
del bronzo "Mese Mariano" perché il suo
costo, di lire 2.100.000, venne sostenuto
interamente dal prof. Rodolfo Santollino,
membro dello stesso comitato, a ricordo
del padre Achille.
Il monumento a Giordano venne
inaugurato il 26 novembre 1961 alla
presenza delle autorità locali,
governative e dello stesso figlio del
Maestro, Comm. Mario Giordano, cui
spettò l'onore di far cadere il drappo che
copriva la statua centrale. L'effige del
Maestro è circondata da sculture, che
raffigurano le sue più significative opere:
Mese Mariano, Siberia, Cena delle Beffe, Marcella, il Re, Fedora, A. Chenier e
formano il cosi detto Parco Giordaniano modellato nel bronzo da Vio Romano
scultore e insegnante presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia; artista
versatile che si è impegnato in opere sia di carattere sacro che profano
realizzate in bronzo, marmo, cemento e terracotta, ma con particolare
predilezione per i lavori in argilla e in terracotta.
Foggia si onora di conservare un'altra un'opera dello scultore, si tratta di una
statua in bronzo, "DANA". Donata dai nostri concittadini sig. Guido e Rino
Pensato al Conservatorio di Musica in ricordo del loro padre Michele.
L'opera venne donata da Romano Vio a Michele Pensato Segretario del
comitato Pro Monumento a Umberto Giordano.
Di seguito un video, da noi rielaborato, dove è ripreso il momento
dell'inaugurazione del monumento e la premiazione del bozzetto vincitore
del concorso nazionale alla presenza della vedova del grande maestro.
Il video inedito dell'inaugurazione è stato messo a disposizione da Francesco
Vio e Pamela Vio rispettivamente figlio e nipote dello scultore.

https://www.youtube.com/watch?v=_VEzywKABc0
http://foggiaracconta.altervista.org/blog/curiosita/da-piazza-lanza-a-piazza-umberto-giordano/
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Il bottone d’oro nel cuore della vecchia Foggia

Il centro storico di Foggia è caratterizzato dalla


presenza di una vera e propria “spina dorsale”
qual è l’antica “Via pubblica delli mercanti”,
ovvero l’attuale Via Arpi.
Questa vecchia via, un po’ scherzosamente, può
essere definita anche la “madre” di tante altre
viuzze e vicoletti che da essa si dipanano, come
una breve strada dedicata oggi a San Giuseppe
Artigiano, per la presenza in fondo ad essa
dell’omonima chiesetta dedicata a questo
santo.
Ma il toponimo di tale stradina non è stato sempre collegato alla chiesuola di
San Giuseppe, infatti, fino all’Ottocento, il vicolo era detto “del Teatro”, per la
presenza della prima e più antica sede di questa istituzione cittadina, proprio
nel luogo ove oggi si apre Piazza Mercato.
Quest’ultimo slargo, è tra i più recenti del nostro centro storico, perché
formatosi dopo l’abbattimento della miriade di casupole che sorgevano a
ridosso del vecchio Teatro di Foggia.
L’area in questione è certamente ancora oggi una delle più suggestive e,
soprattutto l’attuale Vico San Giuseppe, conserva ancora un fascino antico,
che alimenta storie e storielle collegate alla presenza dell’antico Teatro
cittadino.
Una di queste piccole leggende è quella del “bottone d’oro”, che narra di una
povera famigliola che abitava in una casetta di alcuni vani al piano terreno
della piccola via.
La stradina del Teatro, seppur piccola, era frequentatissima e chiassosa,
ricorrenti erano le liti fra i postiglioni delle carrozze di questo o quel signore
per avere la precedenza sul passaggio.
Numeroso era anche l’andirivieni degli artisti delle varie compagnie di
spettacolo che si esibivano nel vicino Teatro, così come il pubblico chiassoso,
che ne occupava i palchi ed il loggione.
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Tutta questa gente frequentava pure


una locanda, che dai catasti antichi della
città risulta ubicata nella via proprio
davanti al Teatro.
Accadeva spesso che tra signori,
figuranti e spettatori, qualcuno nella
fretta smarrisse qualche fazzoletto, un
bastone da passeggio, qualche scatola di
sigari, qualche laccio, o, più spesso, per-
desse dei bottoni da giubbe e camice. I ragazzi delle povere casupole della via
raccattavano queste poche “reliquie” del chiassoso via vai e tra essi vi era
anche la piccola Loretta, che abitava con la sua povera famigliola proprio in
un basso poco prima dell’ingresso del Teatro.
A Loretta la fortuna, un bel giorno d’inverno, sotto la neve fresca di
dicembre, dopo un’affollata rappresentazione teatrale, con una fiumana di
pubblico accorso, regalò un bottone d’oro, caduto da chissà quale giubba di
ricco signore nella neve e seppellito dal gelo della notte.
Qualche giorno dopo, nella tarda mattinata, Loretta, scioltasi la neve al
tepore di un timido sole, ritrovò il bottone d’oro.
L’oggetto era troppo prezioso per tenerlo con se e mostrarlo agli altri ragazzi,
perciò la fanciulla lo portò subito ai suoi genitori.
Questi dapprima non credettero ai propri occhi, ma poi decisero, dato il
valore del bottone, di nasconderlo per un certo tempo.
Il padre della ragazza scavò una piccola buca nel misero pavimento di terra
battuta della loro abitazione e vi seppellì il prezioso bottone d’oro.
Lo avrebbero recuperato da questo nascondiglio e venduto per ricavare soldi
solo in caso di estrema difficoltà!
Gli anni passavano ed ogni volta che nella famiglia di Loretta si presentavano
delle difficoltà economiche, ecco che si pensava di dissotterrare il bottone
d’oro; ma poi tutto si metteva a posto ed il prezioso bottone restava come
loro portafortuna seppellito sotto il pavimento di casa.
Anni, decenni e secoli ed i discendenti di Loretta finirono per dimenticarsi del
bottone d’oro; distruzioni, guerre e bombardamenti fecero il resto ed oggi
chissà sotto quale fondamenta il prezioso oggetto porta ancora fortuna.

da “Leggende e storie della città e di famiglia”, Foggia, 2016


⑯ N. 29 del 28-05-2021
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A Umbèrte Giurdane
Pe fa' poste a tè, Lanze se n'è jûte,
t'hanne date na chiazze grosse assaje,
pe quande è fatte, quacche cose è vûte;
cûme nu penziunate te ne staje

e da i figghje tuje attarallàte,


vide passa' e spassa' i foggiàne,
quilli frate tuje chè t'hanne amàte
sémbe, pure quanne stîve lundàne.

Sì penzerûse, te vûje arrecurdà: Antonio Lepore


'a Fèdore, l' Andrèje Scèniè, 'u Rè,
cke tutte l'òpere ch'è sapute fa'.


'I passarîlle se pòsene pecchè,


te vonne dusceta' pe putè 'mbarà
quacche mùseca bèlle fatte da tè.


Foto di Tonio Sereno


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Vico Corridoio Photo Gallery


Continuiamo a pubblicare, una alla volta, le foto scattare dal videomaker Potito
Chiummarulo sulla bella iniziativa voluta dai residenti in Vico Corridoio a Foggia per
accendere un faro sul centro storico lasciato in stato di abbandono.

PAESE MIJE
di Pino Campagna, 1980

Nata jiurnet è gia passet


Ed ije de te so gia’ tropp n’ammur’t
Come si belle sott a lune
Ije te guarde po me ‘ncante sule sule
Paese mije
nun me stanche angore de cammena’
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E chi mane dinte e sacche


E nu mezzone mocche pe fuma’
E a lune sopi i cas a tuzzula’
Paese mije
nun me stanghe angore de cammena’
E chi mane dinte e sacche
E doije parole mocche pe canta’
E a lune sopi i cas a tuzzula’
E di chi è a firma de stu quadre
u capellone I tre fiammell e a chiesa
madre
Mo’ sone I doje u campanone..
E iji so’ contente de cantart sta canzone 
Paese mije
nun me stanche angore de cammena’
E chi mane dinte e sacche
E nu mezzone mocche pe fuma’
E a lune sopi i cas a tuzzula’
Paese mije nun me stanghe angore de
cammena’
E chi mane dinte e sacche
E doije parole mocche pe canta’
E a lune sopi i cas a tuzzula’
Foggia è na menir de creature
Foggia è na gioia ogni tre delure
Fatt na geret tra sta gente
Foggia è nata cosa veramente
Foggia è amore e gelusije
Foggia è na canzon senza fine.

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N. 29 del 28-05-2021 ⑲
────── Periodico di attualità culturali , storia, arte, dialettologia e tradizioni popolari ──────

Piazza Umberto Giordano (Fedora)

“Fedora è un'opera lirica di Umberto Giordano.


Il libretto - articolato in tre atti - fu scritto
da Arturo Colautti e la prima rappresentazione
avvenne il 17 novembre 1898 al Teatro Lirico di
Milano. Il successo fu immediato, anche grazie
ad Enrico Caruso che con quest'opera ottenne la
sua prima importante affermazione. Alla prima -
diretta dallo stesso Giordano - cantarono, nel
ruolo della protagonista, Gemma Bellincioni, Enri-
co Caruso come Loris Ipanoff
e Delfino Menotti nel ruolo di
De Siriex. La vicenda è tratta
da un dramma di Victorien
Sardou. Giordano rimase
incantato all'interpretazione
che ne diede l'attrice Sarah
Bernhardt. Altrettanto acca-
drà a Puccini nell'assistere al-
l'interpretazione della stessa
stessa attrice in un altro lavo-
ro di Sardou, La Tosca, da cui
trarrà la sua celeberrima
opera. Inizialmente Sardou
rifiutò di cedere i diritti per la
riduzione del dramma Fedora
a libretto d‘opera, mutando
parere solo dopo il successo
ottenuto da Giordano nel
Foto di Tonio Sereno 1896 con Andrea Chénier.”
https://it.wikipedia.org/wiki/Fedora_(opera)
⑳ N. 29 del 28-05-2021
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Foto di Tonio Sereno – Foggia: Piazza Umberto Giordano - Fedora

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Foto di Tonio Sereno – Foggia: Piazza Umberto Giordano – Fedora

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